Francesco Scullica – Architetto, PhD in Architetture degli Interni, professore associato in disegno industriale presso il Dipartimento del Design del Politecnico di Milano, direttore scientifico del Master Interior Design del Politecnico di Milano. Autore del testo “Bruno Morassutti. Quattro realizzazioni. Un percorso metodologico” edito da Franco Angeli nel 1999.
La Villa Morassutti a San Martino di Castrozza (Trento – Italia) realizzata negli anni 50, è una delle opere emblematiche dell’architetto Bruno Morassutti, progettata e realizzata durante il sodalizio professionale con l’arch. Angelo Mangiarotti. La casa reinterpreta sia le case della tradizione montana del luogo (per materiali e finiture in particolare), ma nell’impostazione planimetrica reinterpreta anche la tradizionale casa “alla veneta” con grande spazio centrale passante con funzione di soggiorno e disimpegno, rappresentato dall’ampio e articolato “living” polifunzionale, cuore dell’abitazione sia da un punto di vista funzionale, sia estetico e simbolico. L’impostazione della casa, ma anche alcuni dettagli, evidenziano comunque il riferimento sia ad alcune realizzazioni di Frank Lloyd Wright (presso la cui scuola-studio Morassutti trascorse un importante periodo di formazione post-universitaria), ma anche a certi interni di matrice giapponese. La casa, inoltre, nella sua organizzazione planimetrico-distributiva, supera il tradizionale concetto di alloggio moderno, di matrice europea, basato soprattutto sulla giustapposizione fra “zona giorno” e “zona notte” e guarda a modelli più avanzati nella relazione fra i diversi spazi, fattore che la rende innovativa per l’epoca ma anche particolarmente contemporanea.
Francesco Scullica
Antonella Giacomini – giornalista, alpinista, camminatrice-esploratrice, vive a Mel -Borgovalbelluna, da anni si occupa del territorio dolomitico tra paesaggio e cultura, spaziando anche oltreoceano. Autrice del libro “Volevo vedere la Tundra” – ed. Idea Montagna – 2021
Un’opera che caratterizza San Martino di Castrozza e che da subito occupò le pagine delle più illustri riviste di architettura per la sua bellezza e originalità nell’organizzazione degli spazi interni. Tra il 2022 e il 2024 l’edificio è stato oggetto di importanti lavori di restauro conservativo progettati e diretti dall’architetto Nicola Agazzi dello Studio Agazzi di Bergamo, ultimo collaboratore di Bruno Morassutti, e dall’architetto Gerolamo Ferrario di Merate insieme ad un gruppo di professionisti e collaboratori del Primiero: Cristina Bancher e Matteo Melotti, ingegneri dello studio Monplan e Mauro Gobber dello Studio tecnico Gobber. La casa -spiega Agazzi- è costruita in legno con una copertura a padiglione sostenuta da pilastri che si elevano su un massiccio basamento in pietra. I divisori interni, che sono armadi rivestiti in tessuto rosso, delineano lo spazio centrale conviviale destinato al focolare e separano da esso tutti gli spazi destinati alle camere, la cucina e la sala da pranzo…
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E molti ancora …
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